Vulcano

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Ubicazione e altezza massima: Arcipelago Isole Eolie, Tirreno Meridionale; 38.404°N 14.962°E; M. Aria ≈500 m s.l.m
Superficie: ≈21 kmq
Tipo di vulcano: vulcano costituito da più apparati e centri eruttivi di varie dimensioni (coni di tufo, coni di scorie, caldere)
Tipi di eruzioni prevalenti: esplosive freatomagmatiche (vulcaniane), stromboliane, effusive
Fenomeni prevalenti: emissioni fumaroliche (cratere de La Fossa), emissioni idrotermali, sismicità debole
Inizio attività eruttiva subaerea: ≈120.000 anni
Ultima eruzione: 1888-1890
Stato di attività: quiescente

L’isola di Vulcano, la più meridionale dell’arcipelago eoliano, fu chiamata Hiera dai greci che ne fecero la sede della fucina del Dio Efesto a causa della sua frequente e nota attività eruttiva. In epoca romana, quel Dio che forgiava le armi per gli altri Dei all’interno del cono de La Fossa, divenne Vulcano e quel nome, nei secoli, è assurto a termine universale utilizzato per i rilievi caratterizzati da attività vulcaniche passate o correnti e a causa di esse, formatisi.

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Il cratere de La Fossa di Vulcano (foto di G. De Astis).

L’attività eruttiva dell’isola ha costruito nel tempo almeno tre importanti edifici vulcanici, parzialmente distrutti da vari collassi calderici. Quest’alternanza di intense epoche di attività e lunghi periodi di riposo ha dato origine a una storia eruttiva piuttosto complessa e una morfologia che la rispecchia. Il primo e più antico cono vulcanico dell’isola è il “Vulcano Primordiale”, troncato dalla caldera del Piano.

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Lato settentrionale della Fossa di Vulcano con il cratere esterno de La Forgia Vecchia visibile in primo piano. In basso la piattaforma lavica di Vulcanello (foto di G. De Astis).

Verso nord si trova ciò che resta dell’edificio fatto da coulèes, colate di lava, e più ordini di duomi di lava, chiamato Lentia-Mastro Minico, che è stato largamente distrutto dall’ultimo collasso della caldera della Fossa. All’interno di questa caldera multi-fase è cresciuto il cono di tufo de La Fossa, le cui prime attività inizierebbero all’incirca 5.500 anni or sono.

La parte più settentrionale dell’isola è costituita da Vulcanello, che le cronache romane attribuiscono a un’eruzione sottomarina iniziata nel 126 a.C. Le ripetute eruzioni di questo nuovo cono, avvenute fino al Medioevo insieme o in alternanza con quelle de La Fossa, hanno consentito la formazione dell’istmo che all’incirca dal 1550 ha unito i due centri eruttivi.

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Isola di Vulcano (vista da Lipari) – In primo piano, Vulcanello con la sua piattaforma lavica e i suoi tre crateri a sinistra; dietro il cono di tufo de La Fossa con il degassamento delle fumarole sul bordo settentrionale del cratere (foto di G. De Astis).

Negli ultimi secoli, l’attività vulcanica si è concentrata al cratere della Fossa e l’ultima eruzione è avvenuta fra il 3 agosto 1888 e il 22 marzo 1890. Questa eruzione è l’evento tipo che ha portato all’introduzione del termine attività “vulcaniana”: eruzioni con esplosioni molto forti, emissione di dense nubi di ceneri e frammenti di lava in stato quasi solido con grandi bombe a crosta di pane (lanciate nell’88-90 non solo in area craterica, ma anche fino alla zona ora occupata da Vulcano Porto).

Dall’ultima eruzione, la Fossa di Vulcano ha attraversato periodi con intensità di degassamento differente – da debole a forte – tornando ad emettere grandi quantità di gas a partire dal 1977. Questa attività di emissione di gas avviene da un campo fumarolico di media temperatura (100°C<T<450°C) nella porzione settentrionale del cratere della Fossa. Manifestazioni idrotermali di bassa temperatura (100°C) sono invece presenti nella zona del Faraglione e della Baia di Levante. Tra il 1916 e il 1927 e tra il 1988 e il 1995 si sono osservati due notevoli aumenti delle temperature dei gas fumarolici, rispettivamente fino a 623°C e a 700°C. Una nuova crisi è cominciata nel 2021. Nella crisi più recente, i sistemi di monitoraggio hanno anche rilevato attività sismica e deformazioni dell’edificio vulcanico.

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