Etna

Articoli sull’Etna
Ubicazione e altezza massima: Sicilia orientale, 37.748°N -14.999°E; M. Etna = 3357 m s.l.m.
Superficie: ≈1250 kmq
Tipo di vulcano: stratovulcano complesso
Tipi di eruzioni prevalenti: effusive, stromboliane, sub-pliniane
Fenomeni prevalenti: degassamento dai Crateri Sommitali, eruzioni sommitali e laterali, deformazioni del suolo, sismicità
Inizio attività eruttiva: ≈500.000 anni
Ultima eruzione: dicembre 2018 (laterale); 2020 (sommitale); 2021-2022 parossismi.
Stato di attività: attivo

Il Monte Etna è il più alto vulcano attivo dell’Europa continentale. Ha una storia eruttiva molto lunga che va avanti da oltre mezzo milione di anni, ma solo negli ultimi centomila anni ha assunto la forma conica che oggi lo caratterizza.

Il magma risale in superficie attraverso un condotto centrale aperto che libera continuamente le fasi gassose, generando il caratteristico pennacchio osservabile sulla cima del vulcano.

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Schema dei tipi di eruzioni vulcaniche e dei relativi sistemi di alimentazione etnei. Schema di M. Neri.

L’attività eruttiva attuale può essere classificata in tre differenti categorie:

  • attività persistente: degassamento continuo dai Crateri Sommitali, che può evolvere anche in attività stromboliana di bassa energia.
  • eruzioni terminali e subterminali: eruzioni laviche e/o fontane di lava che avvengono dai Crateri Sommitali presenti sulla cima del vulcano (terminali) o dalle loro immediate prossimità (subterminali).
  • eruzioni laterali ed eccentriche: avvengono da bocche eruttive che si aprono lungo le pendici del vulcano, alimentate da magma che risale lungo il condotto centrale (eruzioni laterali), o attraverso condotti indipendenti da quello centrale (eruzioni eccentriche).

Etna 2

Area craterica sommitale dell’Etna, ripresa da Sud-Est. Foto di M. Neri.

Le eruzioni laterali ed eccentriche hanno formato varie centinaia di coni piroclastici avventizi, per lo più concentrati in tre principali settori conosciuti come “rift vulcanici” (Rift di Sud, il Rift di Ovest ed il Rift di Nord-Est).

I coni avventizi che si accrescono l’uno accanto all’altro lungo la medesima fessura eruttiva formano le cosiddette “bottoniere”. Le loro dimensioni, estremamente variabili, possono raggiungere volumi considerevoli (fino a quasi 100 milioni di metri cubi). Dalle bocche eruttive hanno origine flussi lavici con temperature pari a circa 1.150-1.050 C°, generalmente molto fluidi, che possono spingersi a vari chilometri di distanza in relazione al tasso di effusione, all’inclinazione del pendio sul quale scorrono ed alle caratteristiche chimico-fisiche del magma.

Le eruzioni laterali ed eccentriche sono le più pericolose per le popolazioni etnee, poiché tendono a ricoprire e distruggere le numerose città che sorgono sulle pendici del vulcano, abitate complessivamente da quasi un milione di persone.

Il fianco orientale dell’Etna è continuamente deformato e traslato verso Est e Sud-Est attraverso lenti movimenti del suolo, con tassi di deformazione medi a volte superiori a 2-4 cm/anno. I settori instabili sono delimitati, in superficie, da faglie attive che attraversano zone densamente urbanizzate.