Stromboli: il cinema neorealista tra eruzioni e sentimenti di grandi artisti

di Gianfilippo De Astis

L’ 11 settembre del 1930 fu una data molto importante per Stromboli e, tanto nel male quanto nel bene, ha segnato la sua storia fino ai nostri giorni. E’ da quel momento che inizia un processo di caduta e poi rinascita dell’isola, in cui il ruolo giocato dal cinema non può essere considerato secondario. L’eruzione avvenuta in quella data è unanimemente considerata quella a più alta energia e con maggiore dispersione di depositi vulcanici dell’ultimo secolo: un cosiddetto “parossismo. Sei persone vi persero la vita e 20 furono ferite negli abitati di S. Vincenzo e S. Bartolo, due anche a Ginostra. Lungo le pendici del cono si svilupparono incendi che distrussero tutta la vegetazione dell’isola, almeno nella sua parte più elevata.

Viti e ulivi sopra San Bartolo furono investiti e arsi da una “valanga ardente” fino a circa 300 m di quota oppure sradicati, come vi fosse passato un torrente impetuoso. I testimoni raccontarono anche che un piccolo tsunami si abbatté lungo la costa, a Sponda Lena, dopo che il mare s’era ritirato di cento metri. Già segnati da una forse altrettanto violenta eruzione avvenuta nel 1919 di cui sappiamo meno, gli abitanti si risvegliarono in una desolata terra bruciata, spogliata di tutte le sue ricchezze, dei fichi d’India, delle viti, di fichi e capperi. Il 1930 fu funestato anche da un altro evento: i vigneti dell’isola furono attaccati dalla fillossera, un parassita delle viti che distrusse, così, l’unica rendita di tanti abitanti che vivevano della produzione del vino Malvasia. Un paesaggio agricolo tipico di molti luoghi della Sicilia o di Salina, per restare in ambito eoliano – e di cui oggi sopravvive solo qualche vigna con produzione ad uso privato – fu completamente annientato e Stromboli dovette, quindi, affrontare un lungo periodo di stenti e difficoltà per risalire la china.

Ingrid Bergman, rielaborazione ad acquarello di M Neri
Figura 1 – Ingrid Bergman a Stromboli, nel 1949, attrae la curiosità delle donne del luogo (rielaborazione con tecnica ad acquarello di una foto di Gordon Parks – The LIFE Picture Collection/Getty Images). Rossellini, raccontò Parks, «ruled the island like a dictator».

Ma finalmente, nella primavera del 1947, una diva del cinema decisa ad assumere le durezze, le incertezze e le fatiche di una donna qualsiasi in un film del neorealismo italiano scrive a Roberto Rossellini – colui che aprì la esaltante stagione di quel movimento cinematografico – una famosa lettera: «Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.» In calce la firma era quella di Ingrid Bergman.

Rossellini rispose a quella lettera circa un anno dopo, ma solo nel 1949 il sodalizio, destinato a diventare (leggendaria) storia d’amore, prese forma e vita nel progetto “Stromboli, terra di Dio”. Le riprese del film durarono dal 10 aprile al 2 agosto del 1949, coinvolgendo molti abitanti dell’isola, fra cui lo stesso protagonista maschile (Mario Vitale) inizialmente ingaggiato dalla produzione come manovale.

Bergman_stromboli
Figura 2 – Ingrid Bergman e Mario Vitale in una scena del film di Roberto Rossellini “Stromboli, terra di Dio” (1950): lei, una profuga lituana, sposa un povero pescatore strombolano per sfuggire alla detenzione in un campo di internamento italiano. Fotografia tratta da Wikipedia Commons (https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=723209)

Cronache e testi raccontano che fu una delle ricorrenti eruzioni del vulcano a fornire a Rossellini alcuni spunti per arricchire il copione appena abbozzato con idee e appunti scritti giornalmente su un bloc-notes. Sicché il film non scaturì da una sceneggiatura scritta in città, ma da idee elaborate in loco e tradotte “in corso d’opera” attraverso le sequenze filmate e la scelta di raccontare vicissitudini cariche di drammaticità interiore e asciugate dalla tentazione del compiacimento e dell’intento di piacere al pubblico.

Rossellini non fa muovere la protagonista su un’isola felice (ciò che probabilmente la donna immaginava prima di accettare il matrimonio, laggiù) ma in un luogo ostile, dove la vita si riduce a lotta, lunga fatica e paziente dolore solitario. Per il trittico di Rossellini Stromboli (1950), Europa ’51 (1952) e Viaggio in Italia (1954) si parlerà, infatti, di “trilogia della solitudine”. Indimenticabile il finale del film con Karin incinta che “fugge” arrampicandosi sul vulcano che sputa fumo e fiamme.

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Figura 3 – Screen shot dal film “Stromboli, terra di Dio” (1950). La protagonista, sola sul vulcano, con alle spalle la Sciara del Fuoco.

A detta di molti – e parrebbe confermarlo l’andamento dei decenni successivi – fu proprio a partire da questo film e a causa della sua risonanza soprattutto europea (negli Stati Uniti fu un flop) che la rinascita dell’isola ebbe inizio. Come testimoniato anche dai molti “cinegiornali Incom”, dagli anni ’50 in poi Stromboli acquisì progressivamente una inequivocabile vocazione turistica, attirando i visitatori proprio grazie al glamour della celebre coppia e perché capace di offrire un equilibrio unico tra cielo e fuoco (i crateri in attività persistente) e tra terra e mare (le spiagge nere, le lave che frastagliano splendidamente certi tratti di costa).

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Figura 4 – Mario Vitale e Ingrid Bergman in una scena del film di Roberto Rossellini “Stromboli, terra di Dio” (1950). Fotografia tratta da Wikimedia Commons (https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2566412).

La cosa che non tutti sanno, probabilmente, è che, in contemporanea a “Stromboli, terra di Dio” e in aperta concorrenza con Rossellini, sulla non lontana isola di Vulcano Renzo Avanzo e la Panaria Film affrontavano le riprese di “Vulcano”, sotto la direzione di William Dieterle e con Anna Magnani, l’indimenticabile protagonista di “Roma città aperta” ed ormai ex-compagna di Rossellini…

Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

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