Il boato che ha fatto il giro del Mondo
di Eugenio Privitera, Mariangela Sciotto, Alessandro Bonforte
Dopo circa 17 ore di viaggio nell’atmosfera, le onde acustiche prodotte dall’esplosione dell’ Hunga Tonga – Hunga Ha’apai sono giunte sull’Etna e sono state registrate dalla rete infrasonica permanente che opera sul vulcano. Le onde acustiche non erano udibili perché erano al disotto delle frequenze (<20 Hz) che l’orecchio umano può percepire; ma la rete infrasonica dell’Etna è stata progettata proprio per questo, per rilevare questo ruggito silenzioso dei vulcani.
Nella figura potete vedere in nero la forma dell’onda acustica e in rosso la sua ampiezza efficace (la variazione di pressione, come se si guardassero dei dati barometrici), registrate alla Stazione di Serra la Nave (a circa 1800 m s.l.m. sul versante meridionale del vulcano) dalla sera del 15 alla mattina del 16 gennaio 2022.
Si distinguono chiaramente 3 fasi: la prima culmina intorno alle 21:50 (UTC) del 15 gennaio; la seconda, la più ampia, intorno alle 23:50 (UTC) e la terza intorno alle 01:10 (UTC) del 16 gennaio. Dappertutto si sono osservati due picchi di pressione; probabilmente qui sull’Etna, quasi agli antipodi, osserviamo l’accavallarsi dell’arrivo di due fronti d’onda ciascuno con due picchi. Il primo arriva da NNE lungo il percorso più breve e crea la prima fase. La seconda fase, circa 2 ore dopo, potrebbe essere la somma del secondo picco del primo fronte e del primo picco del secondo fronte che arriva da SSW, avendo percorso circa 2000 chilometri in più (che comportano proprio 2 ore di ritardo, circa). La terza fase sarebbe quindi il secondo picco del secondo fronte.
Il fenomeno continua con delle fasi successive di minore ampiezza ed il segnale rimane perturbato almeno fino alle 06:00 del 16 gennaio. Un fenomeno che è durato oltre le 8 ore. Come è possibile vedere, la forma d’onda ha raggiunto un’ampiezza picco-picco massima di 3 Pa, come una piccola esplosione dell’Etna registrata a qualche chilometro di distanza ma, dato che queste onde hanno fatto il giro del mondo e il nostro vulcano si trova a poco meno di 18.000 km di distanza, l’ampiezza di questa esplosione è di svariati ordini di grandezza superiore al più forte evento esplosivo che si sia mai registrato all’Etna. Insomma, come un fortissimo tuono molto lontano, il rombo del vulcano è arrivato da noi, agli antipodi del pianeta, molto diluito nel tempo ma in tutta la sua impressionante potenza.