Festival della Scienza 2025: le iniziative INGV
Prende il via la nuova edizione del Festival della Scienza 2025. La XXIII edizione della manifestazione internazionale che ogni anno riunisce a Genova ricercatori, divulgatori, autori e artisti si inaugura domani, 23 ottobre e permarrà fino al 2 novembre. Anche quest’anno l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) partecipa con un ricco programma di incontri e attività per raccontare le Scienze della Terra attraverso esperienze interattive e multisensoriali.
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Mostra interattiva | Terra – Il Pianeta in 5 sensi
23 ottobre – 2 novembre | giorni feriali: 9:00-16:00 | sabato e festivi: 10:00-19:00
Sala Dogana del Palazzo Ducale | Piazza Matteotti, 9
La Mostra, pensata sia per il grande pubblico che per le scuole, è un percorso che, attraverso un coinvolgimento multisensoriale, permette il riconoscimento diretto di importanti fenomeni geofisici e geochimici. Un evento sismico, per esempio, coinvolge il tatto e l’udito: possiamo infatti avvertire il movimento del suolo, l’oscillazione, ma, a volte, possiamo anche ascoltare un suono, il rombo causato dal passaggio delle onde sismiche.
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Laboratorio interattivo | Inter – risks Affrontare i rischi in modo consapevole
23 ottobre – 2 novembre | giorni feriali: 10:00-16:00 | sabato e domenica: ore 10:00-18:00
Galata Museo del Mare | Calata De Mari, 1
Il laboratorio, organizzato insieme al Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e alla Fondazione CIMA, è rivolto agli studenti delle classi primarie e secondarie di primo grado con l’intento di stimolare una riflessione sul rapporto con i rischi naturali, quando fattori tecnici ed emotivi si intrecciano tra loro dando origine a un’ampia gamma di emozioni e di comportamenti. Attraverso le buone pratiche della campagna “Io Non Rischio” i cittadini e le istituzioni possono assumere ruoli decisivi per costruire comunità più sicure e resilienti.
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Conferenza | Tsunami: capirli per imparare a difendersi
25 ottobre | ore 16:00
Galata Museo del Mare, Auditorium | Calata De Mari, 1
I grandi tsunami hanno segnato la storia della Terra sin dall’antichità. Quasi 4000 anni fa, la grande esplosione del vulcano Thera che portò alla nascita dell’isola di Santorini, e lo tsunami che ne seguì, furono tra le cause che condussero alla fine della civiltà minoica.
Nei secoli successivi, altri grandi maremoti hanno generato inondazioni devastanti ma anche importanti avanzamenti della conoscenza scientifica, alimentando un acceso dibattito filosofico sulle cause delle catastrofi e sul nostro ruolo nella difesa dai rischi naturali.
Il terremoto e lo tsunami di Lisbona del 1° novembre 1755, per esempio, provocarono una discussione tra i maggiori filosofi del Settecento, tra cui Voltaire, Rousseau e Kant. Quasi tre secoli dopo, i sistemi di allerta tsunami sono oramai una realtà; eppure, quando nel 2004 si verificò il mega-terremoto di Sumatra, lo tsunami che ne seguì causò la morte di oltre 250.000 persone nei Paesi che affacciano sull’oceano Indiano, compresi quelli dell’Africa orientale.

Nei venti anni successivi, il sistema globale di allerta tsunami è cresciuto fino a interessare anche i nostri mari: il Mediterraneo è davvero a rischio? E i cambiamenti climatici che ruolo hanno, in tutto ciò? Questa conferenza cercherà di rispondere a queste e ad altre domande, raccontando, inoltre, come funzionano i sistemi di allerta rapida e quali sono i loro limiti.
Ne parlerà Alessandro Amato, già responsabile del Centro Allerta Tsunami INGV e presidente in carica del sistema UNESCO di allerta precoce e mitigazione degli tsunami del Mediterraneo e Atlantico nord-orientale NEAMTWS.


