Accadde oggi: l’eruzione del 1873 a Vulcano

di Maddalena De Lucia

Pianta dell'isola Vulcano. Tratta da una fotografia di un rilievo in gesso di quest'isola, eseguito dall'Istituto Topografico militare italiano. In Giuseppe Mercalli, Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Vallardi, 1883.
Pianta dell’isola Vulcano. Tratta da una fotografia di un rilievo in gesso di quest’isola, eseguito dall’Istituto Topografico militare italiano. In Giuseppe Mercalli, Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Vallardi, 1883.

Nel 1873, il 7 settembre, cominciò una nuova eruzione alla Fossa di Vulcano, nelle isole Eolie. Ne riportiamo una breve cronaca, dal volume di Giuseppe Mercalli Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, del 1883.

“… alle ore 10.30 antimeridiane si vide innalzarsi un’immensa colonna di fumo spinta con forza, e si avvertì un rumore insolito. Questo stato durò circa ore 2 e 30 min. La sera il signor Picone [direttore dei lavori minerari sull’isola, nda], salito sull’orlo del cratere, osservò che nella parte Nord – Est di esso, erasi aperta una voragine, dalla quale uscivano fiamme; vide aprirsi alcuni nuovi fumaiuoli, due dei quali bruciavano con bella fiamma bianca, cosa che prima non si osservava; giacché ogni fiamma variava nei colori, a seconda dei minerali, che maggiormente si sviluppavano, né mai si osservò, afferma egli, bruciare l’idrogeno puro, come in tale circostanza.

Intanto udiva forti rumori sotterranei e tutto il cono interno ed esterno, le colline vicine e tutta la vallata erano coperti di grandissima quantità di cenere ed arena eruttate dalla nuova voragine. Dal giorno 7 settembre al giorno 20 ottobre si succedettero ritmicamente le eruzioni.

«Io mi ebbi il piacere, scrive il signor Picone, di trovarmi tre volte entro il cratere durante le eruzioni; ed ecco i fenomeni che osservai in ogni eruzione. Pochi minuti prima tutti i fumaiuoli si trovavano in veemente e straordinaria operosità; indi si udiva un rombo, come di grossa artiglieria sotterranea, ed i fumaiuoli tacevano; un secondo rombo seguiva il primo, e dopo 10 a 15 secondi udivasi il terzo, ed istantaneamente incominciava l’eruzione, la quale dopo 10 o 15 minuti cessava; si passavano cosi dai 20 ai 30 minuti, e si udiva un altro colpo, e vedevasi partire da tutti i fumaiuoli un gettito di arena, cenere e pietre. Il fumo, la cenere e l’arena erano talmente dense, che non permettevano più il passaggio alla luce, e laggiù si rimaneva quasi al buio. Il suolo gonfiava e sgonfiava tutto, che era impossibile di poter correre, ed appena potevasi lentamente camminare. Le pietre uscivano a grossi massi e lanciate ad un’altezza di più di 800 metri al disopra del cratere, e durante l’ascensione si frangevano, producendo un fragore continuato, come l’esplosione di milioni di fucili; infine pareva che si assistesse ad una gran manovra militare o ad una grande battaglia. Le pietre cadevano tutte sul vertice del cono, e porzione sul versante esterno dalla parte del Nord, e poche nel cratere. Nel periodo dell’eruzione, io, non distante più di 50 a 60 metri dalla maggiore voragine, osservai che la forza dei gas era talmente forte, che l’uscita non era sufficiente…

Nel corso dei 44 giorni, in cui durò lo stato di eruzione, si aprirono quattro grandi fori, poco discosti l’un dall’altro, però tutti nella parte Nord del cratere e tutti internamente.”

Figura 1 – Topografia della Fossa di Vulcano, dopo l’eruzione del gennaio 1879, da Giuseppe Mercalli, Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Vallardi, 1883. Sono visibili nella parte alta della figura, contrassegnati dalle lettere b b, le quattro bocche eruttive dell’eruzione del 1873.
Figura 1 – Topografia della Fossa di Vulcano, dopo l’eruzione del gennaio 1879, da Giuseppe Mercalli, Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Vallardi, 1883. Sono visibili nella parte alta della figura, contrassegnati dalle lettere b b, le quattro bocche eruttive dell’eruzione del 1873.