Un pezzo di Etna a Taormina
di Alessandro Bonforte
Un sopralluogo alla ricerca di vecchi capisaldi geodetici ci ha portato a Capo Schisò, presso Giardini – Naxos, Messina, sulle tracce di una rete geodetica storica ideata e messa in opera da Wolfgang Sartorius von Waltershausen. Il geologo tedesco, vissuto nel XIX Secolo, ha installato proprio qui uno di questi capisaldi, poi ripreso e utilizzato come base topografica nazionale fino all’ultima campagna dell’Istituto Geografico MIlitare (rete nazionale IGM95, Figura 1). Il sopralluogo ha permesso di documentare le caratteristiche di questo particolare promontorio roccioso ai piedi di Taormina.
Si tratta di Capo Schisò e della sua area archeologica, un luogo ricco di storia, sede di uno dei più antichi insediamenti urbani della Sicilia: Naxos, colonia greca fondata nell’VIII secolo a.C.. Questo promontorio roccioso, ben staccato dall’edificio etneo che ne domina maestosamente il paesaggio, è costituito da lave, sulle quali in maniera evidente poggia il Castello di Schisò, edificato nel XIII secolo (Figura 2).
Entrando nell’area archeologica, la natura vulcanica del territorio è ancora più evidente: anche tutti gli edifici messi a nudo dagli scavi archeologici sono costruiti con blocchi lavici (Figura 3). Il promontorio stesso è il fronte di una colata lunga oltre venti chilometri proveniente dall’Etna.
Questa colata ha avuto origine dal versante settentrionale dell’Etna in epoca preistorica (tra i 10 e i 14 mila anni fa) da una fessura eruttiva che oggi è sepolta da colate più recenti provenienti dal versante nord del vulcano. La lava ha disceso il fianco del vulcano verso Nord-est, per poi insinuarsi a est e percorrere tutta la Valle dell’Alcantara con spessori tra 50 e 100 m e poi verso sud-est fino a raggiungere il Mar Ionio, facendo avanzare la linea di costa e creando il promontorio che vediamo oggi. La colata si è fermata a 4 km dalla costa attuale, al di sotto del livello del mare, percorrendo un totale di circa 24 km.
Dallo stralcio della carta geologica del Monte Etna (Figura 4) si può seguire il percorso di questa colata: la striscia arancione che “sbuca” ai piedi di Castiglione di Sicilia separandosi dal resto dell’edificio vulcanico verso Francavilla di Sicilia e da lì lungo tutto il percorso del fiume Alcantara.
Le meravigliose Gole dell’Alcantara sono anch’esse il risultato di questa eccezionale eruzione. Si sono formate grazie alla continua azione erosiva delle impetuose acque del fiume che, nel tratto nord-occidentale di questo ramo di colata, hanno lentamente (in circa 10-14 mila anni) inciso il basalto mentre, nel tratto più a valle, lo hanno in parte coperto con i sedimenti alluvionali recenti depositati dal fiume.
Dopo e “sopra” la storia del vulcano inizia la storia dell’uomo, inevitabilmente intrecciata con quella naturale, dall’arrivo dei coloni Greci fino ad oggi, su questo lembo di fertile e solido promontorio basaltico.
Bibliografia
Branca S., Coltelli M., Groppelli G., Lentini F., 2011. Geological map of Etna volcano, 1:50,000 scale. Italian Journal of Geosciences, 130, 265-291. https://doi.org/10.3301/IJG.2011.15
Branca S., D’Ajello Caracciolo F., Malaguti A.B., Speranza F., 2019. Constraining age and volume of lava flow invasions of the Alcantara valley, Etna volcano (Italy). New insights from paleomagnetic dating and 3D magnetic modeling. Journal of Volcanology and Geothermal Research, 374, 13-25. https://doi.org/10.1016/j.jvolgeores.2019.02.009