Il parossismo dello Stromboli del 3 luglio 2019 e l’attività nei giorni successivi: il punto della situazione al 13 luglio 2019
di Redazione INGVvulcani
Negli ultimi mesi, la persistente attività esplosiva dello Stromboli – appunto, la classica “attività stromboliana” – (vedi qui un articolo sull’attività esplosiva dello Stromboli) si è manifestata in modo piuttosto vivace, coinvolgendo 4-5 bocche sulla terrazza craterica. Questa attività ha raggiunto un primo culmine il 25 giugno 2019, alle ore 23:03 UTC (=ore locali -2), con un’esplosione maggiore, che ha avuto origine nell’area centro-sud della terrazza craterica dello Stromboli (Figura 1). Dalle telecamere di sorveglianza si è osservato che il materiale piroclastico è ricaduto lunga la Sciara del Fuoco e all’interno della terrazza craterica con blocchi che hanno anche superato il suo orlo.

Nei giorni successivi, l’attività è continuata in maniera molto vivace (vedi qui un video registrato la sera del 29 giugno da Micol Todesco), e in particolare la bocca più meridionale nell’area craterica centro-sud della terrazza craterica ha prodotto frequenti getti di scorie incandescenti che hanno superato l’altezza del Pizzo.
Le testimonianze di chi ha osservato l’attività dello Stromboli nei giorni 1-2 luglio indicano che l’attività era leggermente diminuita rispetto ai giorni precedenti; ciò avviene spesso fra un periodo di attività più intensa e un altro e non può essere considerato precursore del parossismo del 3 luglio. Anche lo stesso 3 luglio, fino al pomeriggio, l’attività eruttiva non ha mostrato variazioni significative. Una piccola colata di lava è stata emessa dall’area craterica centro-sud sulla parte alta della Sciara del Fuoco intorno alle ore 14:00 UTC.
Il parossismo del 3 luglio 2019
Il primo segnale che può essere interpretato come chiaramente associato al parossismo è stato registrato come variazione significativa della stazione dilatometrica SVO, ubicata al centro COA di San Vincenzo a quota 74 m sopra il livello del mare, a partire dalle ore 14:38 UTC circa. Nelle immagini della telecamera di sorveglianza termica sul Pizzo (SPT), si nota l’emissione di una piccola colata di lava dalla bocca “C” (Figure 1 e 2a) alle ore 14:43:15. Durante i due minuti consecutivi, tutte le bocche hanno cominciato ad emettere colate di lava (Figure 2b-d); infine, alle ore 14:45:43 una enorme bolla di lava si è espansa rapidamente dall’area delle bocche S1 e S2 (Figure 2g-i), iniziando la sequenza di esplosioni parossistiche, che è durata circa un minuto.

La sequenza di esplosioni è stata piuttosto complessa, generando, fra l’altro, due esplosioni caratterizzate da una certa direzionalità. L’evento più violento, alle ore 16:46:40, ha coinvolto l’intera terrazza craterica. Il collasso di una parte della colonna eruttiva sulla Sciara del Fuoco ha generato almeno due flussi piroclastici, che si sono riversati sul mare, avanzando fino a circa 1 km dalla linea di costa (Figura 3a). La colonna eruttiva si è alzata per circa 4 km sopra la cima del vulcano (che è alto 924 m; Figura 3b). La ricaduta di materiale piroclastico incandescente ha rapidamente incendiato la vegetazione sui versanti del vulcano (Figura 3c), soprattutto sul lato di Ginostra, il più piccolo dei due abitati sull’isola, che è ubicato nel settore sud-occidentale di Stromboli (Figura 4). Purtroppo, un uomo trentacinquenne di Milazzo, che si trovava con un amico in zona Punta dei Corvi (circa 100 metri di quota sul mare), è morto e l’amico è stato ferito.


Sul Pizzo, la ricaduta di materiale piroclastico grossolano ha completamente ricoperto il terreno, distruggendo gli strumenti di monitoraggio ivi presenti. Sul lato esterno del Pizzo (versante sud-orientale), l’abbondante ricaduta di brandelli lavici ancora fluidi ha generato una piccola colata “reomorfica”, cioè costituita da materiale piroclastico in stato plastico che agglutinandosi riesce a fluire. Questa colata ha percorso circa 200-300 m, coprendo il sentiero che normalmente viene utilizzato dai gruppi di escursionisti in discesa dal Pizzo (Figura 5).

La ricaduta di materiale piroclastico di dimensioni minori (cenere e lapilli) ha interessato maggiormente il settore occidentale dell’isola, compreso l’abitato di Ginostra (Figura 6). Questo materiale è in gran parte costituito da scorie di color dorato (conosciute anche come “pomici bionde”), che mostrano un mescolamento con lava nera – un fenomeno tipicamente osservato nei prodotti dei parossismi dello Stromboli. Molte di queste scorie sono estremamente porose e galleggiano sul mare (Figura 6a); nei giorni successivi, queste scorie sono state trasportate dalle correnti marine verso sud, oltre l’isola di Vulcano.

Attività eruttiva dopo il parossismo fino al 13 luglio 2019
In seguito alla sequenza di esplosioni parossistiche, si è osservata una rapida diminuzione dell’attività esplosiva, che meno di un’ora dopo ha ripreso con le sue consuete caratteristiche, sebbene molto intensa ed accompagnata da modesti trabocchi lavici da diverse bocche poste sulla terrazza craterica. In particolare, l’area craterica centro-sud è stata sede di una quasi continua attività esplosiva da diverse bocche e di emissione di piccole colate di lava che si sono riversate nella parte meridionale della Sciara del Fuoco, raggiungendo circa metà del pendio (Figura 7).

Nella giornata del 9 luglio, ricercatori dell’INGV-Osservatorio Etneo e del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel, Germania, hanno condotto rilievi aerofotogrammetrici usando un drone ibrido WINGCOPTER equipaggiato con telecamera termica Workswell (modello WIRIS) e fotocamera RGB Sony 40 Mp. Si è così prodotto un modello termico preliminare in 3D dell’isola ed in particolare dell’area interessata dall’eruzione. In Figura 8a è possibile distinguere chiaramente le porzioni attive del campo lavico e l’area sommitale interessata da attività esplosiva (in rosso). La Figura 8b, invece, mostra un’immagine ripresa dal satellite Sentinel-2 il 12 luglio, con tre forti anomalie termiche in corrispondenza delle bocche in attività esplosiva, e la colata lavica attiva nella parte alta della Sciara del Fuoco.

Al momento della pubblicazione di questo articolo (13 luglio 2019 sera), continua un’intensa attività esplosiva ed effusiva dello Stromboli. Nella serata del 12 luglio è aumentata l’attività delle bocche nell’area craterica nord, che ha generato una serie di piccoli trabocchi nella parte alta centrale della Sciara del Fuoco (Figura 9a), mentre continuava l’emissione di modeste colate di lava dall’area craterica centro-sud (Figura 9b).

Ringraziamo tutto il personale INGV che in questo periodo ha effettuato osservazioni, campionamenti e ripristino di strumenti danneggiati sull’isola di Stromboli e condiviso le loro immagini. E’ stata preziosa anche la collaborazione dei colleghi tedeschi del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel, Germania. Un ringraziamento particolare va al signor Egon Karcher, che ha reso disponibili le sue preziose fotografie dei flussi piroclastici sulla Sciara del Fuoco del 3 luglio 2019.
Articolo redatto da Boris Behncke, utilizzando i dati ottenuti dalle reti di monitoraggio e dal personale dell’INGV coinvolto nelle attività sul campo e nelle Sale Operative degli Osservatori.
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