Una nuova infrastruttura per il monitoraggio sottomarino della caldera dei Campi Flegrei

Recentemente è stata installata una nuova stazione multiparametrica nella parte sommersa della caldera dei Campi Flegrei, per lo studio del degassamento idrotermale sottomarino.

La struttura è stata realizzata dall’INGV Osservatorio Vesuviano nell’ambito del potenziamento della sorveglianza geochimica ed è stata finanziata anche con il contributo del Dipartimento di Protezione Civile.

La caldera dei Campi Flegrei non comprende solo la parte di terraferma, da Posillipo fino a Monte Di Procida passando per Pozzuoli e, verso Nord, fino a Quarto e ai quartieri napoletani di Pianura e Soccavo, ma si estende anche a sud, verso mare, nel Golfo di Pozzuoli (figura 1).

Figura 1 - La caldera dei Campi Flegrei (dal sito web INGV Osservatorio Vesuviano).
Figura 1 – La caldera dei Campi Flegrei (dal sito web INGV Osservatorio Vesuviano).

Il monitoraggio della parte sommersa della caldera richiede soluzioni tecnologicamente avanzate come quelle della rete multiparametrica di ricerca e monitoraggio geofisico denominata “Medusa” dell’INGV Osservatorio Vesuviano, già operante da anni nel golfo di Pozzuoli.

Il nuovo sistema di osservazione installato sul fondo marino ci permetterà di misurare in continuo la temperatura delle emissioni idrotermali, la concentrazione di anidride carbonica di origine vulcanica nell’acqua e le caratteristiche delle correnti marine. Questi dati sono preziosi per la stima dell’energia coinvolta nel degassamento e per monitorare eventuali cambiamenti.

Il luogo in cui è stato collocato il nuovo osservatorio marino è un’area particolare, denominata “Secca delle Fumose”, ricca di emissioni fumaroliche, già oggetto di studi (e monitoraggio), dove è prevista in futuro l’installazione di altre strumentazioni scientifiche marine (figure 2 e 3).

Figura 2 - Ubicazione dell'area della Secca delle Fumose.
Figura 2 – Ubicazione dell’area della Secca delle Fumose.
Figura 3 – Ubicazione della Secca delle Fumose nel rilievo batimetrico ad alta risoluzione del golfo di Pozzuoli. L’area investigata è posta in prossimità di strutture portuali sommerse di età romana.

La messa in opera è stata resa possibile, nonostante le evidenti difficoltà logistiche, grazie al gruppo subacquei dell’INGV, coordinati dall’Unità Funzionale di Geochimica dei Fluidi dell’Osservatorio Vesuviano, in collaborazione con personale del Parco Archeologico dei Campi Flegrei (figure 4 e 5).

Figura 4 - Un momento dell’installazione della strumentazione scientifica per il monitoraggio geochimico nella Secca delle Fumose.
Figura 4 – Un momento dell’installazione della strumentazione scientifica per il monitoraggio geochimico nella Secca delle Fumose.
Figura 5 - Misura di emissioni gassose nell’area della Secca delle Fumose.
Figura 5 – Misura di emissioni gassose nell’area della Secca delle Fumose.

La nuova struttura di monitoraggio darà un contributo fondamentale nello studio della parte sommersa della caldera dei Campi Flegrei, migliorando la nostra capacità di osservazione e comprensione di questo ambiente vulcanico unico.

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