13-14 agosto 2023: un nuovo, spettacolare risveglio dell’Etna

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La fase culminante del parossismo, alle ore 03:40 del 14 agosto 2023, vista da Floresta (a 28 km di distanza a nord dell’Etna). Si vedono numerose bocche sul Cratere di Sud-Est, lungo una linea che va dal fianco orientale (a sinistra) a quello sud-occidentale, e una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico alta alcuni chilometri sopra la vetta del vulcano. Foto di Giorgio Costa.

di Boris Behncke

Dopo l’episodio parossistico del 21 maggio 2023 al Cratere di Sud-Est, l’Etna è rimasto per alcuni mesi in uno stato di relativa quiete, in assenza di qualsiasi attività eruttiva. Solo una forte emissione di gas – accompagnata, da metà luglio, dalla formazione di numerosissimi, graziosi anelli di vapore (“volcanic vortex rings”) – ha interessato i crateri sommitali. I parametri monitorati non mostravano variazioni indicative di un imminente risveglio. Sappiamo tuttavia che, ai crateri sommitali dell’Etna, una nuova attività può iniziare in pochissimo tempo, come viene regolarmente sottolineato negli scenari attesi elencati nei bollettini periodici pubblicati dall’INGV-Osservatorio Etneo.

Questo è avvenuto la sera del 13 agosto 2023. In serata, l’ampiezza del tremore vulcanico registrata dagli strumenti di sorveglianza dell’INGV-Osservatorio Etneo ha mostrato un’improvvisa impennata, e attraverso brevi lacune nella copertura nuvolosa si intravedevano bagliori al Cratere di Sud-Est. L’attività si è rapidamente intensificata, passando da attività stromboliana a basse fontane di lava, che poi sono cresciute in altezza fino a 300-400 m sopra il cratere. Inizialmente l’attività era focalizzata alla “bocca orientale” del cratere (Figura 1), protagonista di molti dei parossismi del 2021, però dopo un po’ si è attivata anche la “bocca della sella”, l’altro centro eruttivo principale del Cratere di Sud-Est, e, da quest’ultima, una colata di lava si è riversata nella profonda nicchia creata dal collasso del cono avvenuto il 10 febbraio 2022. Questa colata si è sovrapposta a quelle dei parossismi precedenti, del 10 e 21 febbraio 2022 e del 21 maggio 2023, passando tra Monte Barbagallo e Monte Frumento Supino.

Figura 1 – Attività stromboliana al Cratere di Sud-Est nella serata del 13 agosto 2023, vista da Serra delle Concazze, sull’orlo settentrionale della Valle del Bove, versante nord-orientale dell’Etna. Foto di Giuseppe Tonzuso.

L’attività di fontane di lava è andata avanti con fluttuazioni. In alcuni momenti sembrava essersi d’un tratto esaurita, per riprendere dopo pochi minuti con nuova violenza; in concomitanza l’ampiezza del tremore vulcanico mostrava forti oscillazioni. Il culmine del parossismo è avvenuto tra le ore 03:40 e 04:30 locali, quando sul Cratere di Sud-Est erano attive almeno 5-6 bocche con fontane di lava, dal fianco orientale a quello sud-occidentale. In particolare, le bocche più orientali hanno prodotto fontane di lava oblique, che hanno sottoposto il fianco sottostante ad una pesantissima ricaduta di materiale piroclastico incandescente, innescando una serie di piccoli flussi piroclastici. Questa fase di attività è stata accompagnata anche da spettacolari fulmini, sia nella colonna eruttiva, sia nei flussi piroclastici.

Figura 2 – Una nube nera marca il percorso di un flusso piroclastico sul fianco orientale del Cratere di Sud-Est alle ore 03:56 (locali), ripreso dalla telecamera di sorveglianza visiva a Milo (EMV) A sinistra si vedono i bagliori prodotti dalla colata di lava sul lato sud-occidentale del cratere.

Sull’alto versante sud-occidentale del Cratere di Sud-Est si è aperta una frattura caratterizzata da una serie di crateri di collasso (“pit-crater”), fino alla base del cono, dove si è aperta una bocca effusiva, che ha emesso una colata di lava diretta verso sud-ovest (Figura 3).

Figura 3 – La frattura eruttiva apertasi sul fianco sud-occidentale del Cratere di Sud-Est, dopo la fine dell’attività nel mattino del 14 agosto 2023. In alto si individuano alcune depressioni di collasso, mentre dalla porzione bassa della frattura emerge un flusso lavico, ormai fermo ma ancora caldo. Foto di Francesco Ciancitto.

La nube eruttiva, carica di materiale piroclastico, si è innalzata alcuni chilometri sopra la cima del vulcano ed è stata spinta dal vento verso sud, causando ricadute di cenere e lapilli nell’area del Rifugio Sapienza. Successivamente le ricadute di materiale piroclastico hanno interessato i paesi pedemontani (Nicolosi, Mascalucia), e infine Catania, fino al siracusano. Le ricadute di cenere hanno causato problemi di operatività dell’aeroporto di Catania. 

Dopo le ore 05:00 locali, l’attività ha cominciato a diminuire fortemente, però ancora per diverse ore è stata alimentata una densa nube di cenere, spinta dal vento verso sud. In tarda mattinata l’attività si è completamente esaurita, e l’ampiezza del tremore, sebbene ancora oscillante, è scesa su livelli più bassi rispetto al periodo prima del parossismo.

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